mercoledì 5 luglio 2017

"Momenti straordinari" - di Valentina Z.


Un segno del vostro affetto. Ringraziamo Valentina per il testo e Luisa per le immagini. 

Fino all'ultimo non volevo partire. Continuavo a ripetermi un ritornello-pregiudizio duro da schiantare: "Vale, cosa vuoi che ne sappiano, degli uomini di Chiesa, dell'amore?"
Alla fine, mi sono decisa. Via! 
Sono uscita di casa, inquieta come mio solito, ma desiderosa di mettermi ancora una volta alla prova, sollecitata da questa esigenza di "solleticare" le mie zone di comfort. Beh, ecco: i giorni sono volati nella pienezza e sono tornata ricca di grazie da esprimere. Grazie alla Domus Pacis, per avermi ricordato che, ovunque vada, c'è un luogo sereno, pronto ad ospitarmi; grazie a Santa Maria degli Angeli, per avermi mostrato quanta serenità si possa attingere dal silenzio, e da un po' di tempo ritagliato per riflettere; grazie all'atmosfera mistica di Assisi, generosa nell'indicarmi la vera meta a cui il cuore umano anela; ma, soprattutto, un grazie sincero ai frati minori francescani, per aver illuminato questi giorni impegnativi; grazie, con tutto il cuore, per aver riattivato le mie radici cattolico-cristiane; grazie, grazie, ancora grazie, per avermi insegnato il vero Amore, che è tutto, fuorché pretesa; bensì Perdono, Gratuità incondizionata, Accettazione dei propri limiti e delle fatiche altrui, Dono di sè. Adesso sarà una bella sfida portare "a frutto" questi momenti straordinari appena conclusi dentro il mio ordinario ma...come sottolineava Sant'Agostino, "rallegra la mente solo ciò che la nutre"; ed io, di Amore autentico, voglio continuare ad alimentarmi.







mercoledì 14 giugno 2017

Corso "COME GIUSEPPE" - Le testimonianze di Lorenzo, Davide e Luca

Cari amici, continuano ad arrivarci le vostre testimonianze sul corso "..Come Giuseppe". Vi ringraziamo infinitamente per le vostre parole e per i vostri consigli. Per chiunque volesse partecipare alla prossima edizione, Vi ricordiamo che si terrà qui alla Domus Pacis dal 15 al 17 Dicembre 2017. Trovate tutte le info sul corso e sulle modalità di iscrizione CLICCANDO QUI.


Testimonianza di Lorenzo
È da un po' di tempo che sentivo il desiderio di arricchire il mio bagaglio di fede applicata alla vita di tutti i giorni e ho colto l'occasione per fare questa esperienza che rappresenta il primo corso a cui abbia partecipato. Il tema della virilità sembra un tema scontato per un uomo, ma il punto di vista che ci hanno donato fra Pasqualino, Roberto Marchesini e anche Francesca è stata l'occasione per uscire dai canoni del nostro mondo che molto frequentemente dipinge l'uomo come il cattivo di turno sminuendo di fatto il ruolo fondamentale che un uomo, un padre di famiglia e un marito devono avere e a cui noi uomini tutti dobbiamo ritornare per riprendere il nostro giusto ruolo nella vita di tutti i giorni. È stato veramente interessante il confronto libero e la disponibilità di tutto lo staff nel rispondere alle domande che venivano poste e ancor più interessante sono state le riflessioni condivise con il resto dei partecipanti. Insomma un corso veramente ben pensato e accessibile a tutti grazie alla bravura dei relatori che sanno coinvolgere i partecipanti. Quindi grazie per aver pensato a noi uomini in termini diversi da come il mondo di oggi vuole. In fondo basterebbe ricordarsi di come Dio ha voluto l' uomo e sarebbe tutto molto più semplice. Grazie.

Testimonianza di Davide
Ho seguito il corso su Giuseppe ai primi di maggio e vorrei condividere con voi la mia testimonianza.
Essendo di poche parole, voglio solo comunicarvi quanto questo corso sia utile. La parte psicologica associata alla parte biblica è fondamentale essendo noi fatti di corpo, anima e psiche.
Continuate a promuoverlo questo corso, perché tocca tematiche molto profonde e delle quali oggi non si parla più. Sui contenuti e sui relatori solo un incoraggiamento ad andare avanti.
Buona continuazione in questo mese del Sacro del Cuore.

Testimonianza di Luca
Mi ricordo che prima di partire per il corso tantissima gente mi diceva "ma ci vai da solo?", "ma come ti va se non conosci nessuno?", in cuor mio sapevo che avevano ragione, perché effettivamente andavo da solo, ma delle volte dobbiamo distinguere molto bene l'andare dallo stare; sì, io sono partito da solo, ma sapevo che lì da voi, in qualche modo, non sapendo come, non sarei stato solo. Appena arrivato mi sono trovato subito a parlare con 5 estranei di argomenti molto personali; mentre salivo con l'ascensore mi sono chiesto "ma se parlo con persone che non conosco di cose molto personali non è un po' come se fossero miei fratelli?". Da quel momento sono completamente riuscito a lasciarmi andare e prendere tutto quello che mi sarebbe stato trasmesso. 
Una volta sceso per andare al primo incontro, notando che era un po' presto mi sono fermato a prendere un caffè al bar, lì ho incontrato un ragazzo che mi ha raccontato tantissime cose di sé, nonostante io sia uno smemorato cronico, mi ricordo a tutt'oggi ogni sua parola, non perché avesse una vita particolare, ma semplicemente perché si è donato a me, uno sconosciuto ai suoi occhi, in maniera completa ed incondizionata.
Entrati nel primo incontro mi sono guardato intorno e ho visto molti ragazzi che diciamo, passatemi il termine, mi assomigliavano; da quel momento è stata tutta una discesa.
Mi sono trovato ad affrontare tanti temi relativi alla virilità maschile e devo dire che sono temi che posso toccare molto nel profondo e che condivido. Voglio descrivervi, in particolare, alcuni momenti che mi sono rimasti nel cuore:
- Quando si è trattato il tema dell'eliminazione delle differenze tra i due sessi: giustamente è un'argomentazione ardita, non perché ci sia uno superiore all'altro o perché non si possa essere uguali su determinati ambiti di vita, ma perché nel profondo non saremo mai uguali. Ognuno di noi è portato ad eccellere in determinate cose, mentre in altre può essere più carente. L'uomo deve essere uomo come la donna deve essere donna; non è una corsa per stabilire chi sia il migliore, piuttosto una passeggiata insieme, dove ognuno mette il meglio che ha ed insieme si arriva ad essere una famiglia cristiana, con tutto ciò che essa comporta.
- E' stata molto bella la testimonianza della mamma: mi ha molto aiutato a capire che essere uomo è fondamentale non solo per me e per la mia vita ma per tutte le persone che ci circondano, perché un uomo deve essere tale in famiglia, con gli amici ed al lavoro; ho trovato molto giusta la sua pretesa ad avere un uomo al suo fianco.
Il momento della condivisione è stato bello, di sicuro il momento più duro del corso: ti accorgi in pochi minuti che i tuoi problemi non sono sempre più grandi degli altri ed a volte, anche se hai il mondo che esplode dentro di te, devi essere pronto a porgere la mano all'altro ed aiutarlo. Non sempre vengo prima io, non sempre sono il centro del mondo, ma il mondo ha bisogno di me come di ognuno di noi, come di te che stai leggendo queste mie semplici parole. Mi domando quante volte il mio egoismo ha prevalso sul mio altruismo, quante volte l'"io" è stato più importante del "te". Ritengo che non c'è modo più bello per descrivere qualcosa se non ripassare insieme i momenti più salienti e toccanti vissuti. Spero comunque che il tempo passato a leggere queste mie parole (con tutti i miei errori di ortografia ed i miei dilungamenti) sia stato un tempo ben speso. Ringrazio Fra Pasqualino e tutto lo staff per il tempo e la cura che hanno messo/dedicato a noi, semplici fratelli estranei.
Un saluto dal più profondo del cuore.

lunedì 12 giugno 2017

Sul Giubileo dei Giovani

Cari Amici, in occasione del Giubileo dei Giovani che si terrà dal 16 al 18 Giugno 2017 nella nostra Domus Pacis, vi segnaliamo il nuovo video promo "TUTTI IN PARADISO". 
"Ottocento anni fa, san Francesco formulò il suo grande desiderio: la grazia del perdono e rinascere a vita nuova! Ecco chi è Francesco: un uomo innamorato di Dio e dell’uomo. Francesco non sa trattenere nulla per sé e come se stesse già pensando all’uomo di ogni storia, non si trattiene nel chiedere al Signore l’unica cosa necessaria per una vita bella e santa: il Perdono. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia guardare la nostra storia con occhi di misericordia perché sono questi che ci restituiscono la bellezza e ci mettono movimento verso la nostra unica grande chiamata: la santità.
Per questo, ad ottocento anni da quell’evento che ha cambiato la storia di tante persone venute da ogni dove qui alla Porziuncola, per incontrare il Perdono di Dio, noi desideriamo fare come Francesco. Vogliamo condividere con tutti la grazia di questo luogo santo e gioire con ogni uomo per le meraviglie che Dio ha compiuto nelle vite dei nostri santi e per quelle che desidera realizzare in noi. TUTTI IN PARADISO è il grande sogno che Francesco ha lasciato alla Porziuncola ed oggi è la promessa consegnata a tutti noi.
"

Per info e per partecipare all'iniziativa potete cliccare QUI

Un saluto a tutti dallo staff della Domus Pacis



venerdì 26 maggio 2017

Sul corso "COME GIUSEPPE" - La testimonianza di Diego

Cari amici, ringraziamo Diego per la sua testimonianza sul corso "Come Giuseppe" da poco concluso. Per chi volesse partecipare, la prossima edizione sarà dal 15 al 17 Dicembre 2017. Trovate tutte le info qui: http://www.domuspacisassisi.com/it/corso-come-giuseppe/

Salve, 
ho trovato il corso attuale, dai contenuti pratici ma anche teorici, comunicati e condivisi in modo diretto e multidisciplinare. Ho apprezzato molto gli interventi  dello psicologo e della donna coinvolti nel corso. Non mi era mai capitato di ascoltare una donna che raccontasse cosa loro cercano in un uomo. Mi ha arricchito molto.
Del pari ho apprezzato il momento concesso ai partecipanti per la condivisione delle loro esperienze e testimonianze, un racconto sincero di una persona, della sua esperienza, spesso riesce ad essere più comunicativo ed efficace di tanti studi o meditazioni.
Credo che la formula sia adeguata allo scopo del corso.
Grazie ancora in particolare a Padre Pasqualino, la mente e non solo del corso e di tante altre attività.

Diego R.

mercoledì 12 aprile 2017

Buona Pasqua dalla Domus Pacis



Carissimi, Il Signore vi dia pace!

Il saluto tanto caro a Francesco di Assisi è proprio adatto a questo nostro momento storico, in cui sembra che la pace sia un bene non sempre condiviso e che la divisione, insieme all'indifferenza, prendano il sopravvento.

La Pasqua del Signore Gesù ci ricorda, invece, che la paura è stata vinta, una volta per tutte, e che la Risurrezione porta un vento nuovo sulle nostre vite, rendendole piene di significato e capaci di amare oltre le nostre capacità.

Buona Pasqua del Signore!
fra Pasqualino & tutto lo Staff della Domus Pacis


p.s. Vi consiglio di leggere questo commento di don Primo Mazzolari che vi allego:
Nostro fratello Giuda
Registrazione effettuata a Bozzolo - Giovedì Santo 1958
"Miei cari fratelli, è proprio una scena d’agonia e di cenacolo. Fuori c’è tanto buio e piove. Nella nostra Chiesa, che è diventata il Cenacolo, non piove, non c’è buio, ma c’è una solitudine di cuori di cui forse il Signore porta il peso. C’è un nome, che torna tanto nella preghiera della Messa che sto celebrando in commemorazione del Cenacolo del Signore, un nome che fa’ spavento, il nome di Giuda, il Traditore. Un gruppo di vostri bambini rappresenta gli Apostoli; sono dodici. Quelli sono tutti innocenti, tutti buoni, non hanno ancora imparato a tradire e Dio voglia che non soltanto loro, ma che tutti i nostri figlioli non imparino a tradire il Signore. Chi tradisce il Signore, tradisce la propria anima, tradisce i fratelli, la propria coscienza, il proprio dovere e diventa un infelice. Io mi dimentico per un momento del Signore o meglio il Signore è presente nel riflesso del dolore di questo tradimento, che deve aver dato al cuore del Signore una sofferenza sconfinata. Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell’anima io non lo so. E’ uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!" Amico! Questa parola che vi dice l’infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa’ anche capire perché io l’ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore. Giuda è un amico del Signore anche nel momento in cui, baciandolo, consumava il tradimento del Maestro. Vi ho domandato: come mai un apostolo del Signore è finito come traditore? Conoscete voi, o miei cari fratelli, il mistero del male? Sapete dirmi come noi siamo diventati cattivi? Ricordatevi che nessuno di noi in un certo momento non ha scoperto dentro di sé il male. L’abbiamo visto crescere il male, non sappiamo neanche perché ci siamo abbandonati al male, perché siamo diventati dei bestemmiatori, dei negatori. Non sappiamo neanche perché abbiamo voltato le spalle a Cristo e alla Chiesa. Ad un certo momento ecco, è venuto fuori il male, di dove è venuto fuori? Chi ce l’ha insegnato? Chi ci ha corrotto? Chi ci ha tolto l’innocenza? Chi ci ha tolto la fede? Chi ci ha tolto la capacità di credere nel bene, di amare il bene, di accettare il dovere, di affrontare la vita come una missione. Vedete, Giuda, fratello nostro! Fratello in questa comune miseria e in questa sorpresa! Qualcheduno però, deve avere aiutato Giuda a diventare il Traditore. C’è una parola nel Vangelo, che non spiega il mistero del male di Giuda, ma che ce lo mette davanti in un modo impressionante: "Satana lo ha occupato". Ha preso possesso di lui, qualcheduno deve avervelo introdotto. Quanta gente ha il mestiere di Satana: distruggere l’opera di Dio, desolare le coscienze, spargere il dubbio, insinuare l’incredulità, togliere la fiducia in Dio, cancellare il Dio dai cuori di tante creature. Questa è l’opera del male, è l’opera di Satana. Ha agito in Giuda e può agire anche dentro di noi se non stiamo attenti. Per questo il Signore aveva detto ai suoi Apostoli là nell’ orto degli ulivi, quando se li era chiamati vicini: "State svegli e pregate per non entrare in tentazione". E la tentazione è incominciata col denaro. Le mani che contano il denaro. Che cosa mi date? Che io ve lo metto nelle mani? E gli contarono trenta denari. Ma glieli hanno contati dopo che il Cristo era già stato arrestato e portato davanti al tribunale. Vedete il baratto! L’amico, il maestro, colui che l’aveva scelto, che ne aveva fatto un Apostolo, colui che ci ha fatto un figliolo di Dio; che ci ha dato la dignità, la libertà, la grandezza dei figli di Dio. Ecco! Baratto! Trenta denari! Il piccolo guadagno. Vale poco una coscienza, o miei cari fratelli, trenta denari. E qualche volta anche ci vendiamo per meno di trenta denari. Ecco i nostri guadagni, per cui voi sentite catalogare Giuda come un pessimo affarista. C’è qualcheduno che crede di aver fatto un affare vendendo Cristo, rinnegando Cristo, mettendosi dalla parte dei nemici. Crede di aver guadagnato il posto, un po’ di lavoro, una certa stima, una certa considerazione, tra certi amici i quali godono di poter portare via il meglio che c’è nell’anima e nella coscienza di qualche loro compagno. Ecco vedete il guadagno? Trenta denari! Che cosa diventano questi trenta denari? Ad un certo momento voi vedete un uomo, Giuda, siamo nella giornata di domani, quando il Cristo sta per essere condannato a morte. Forse Lui non aveva immaginato che il suo tradimento arrivasse tanto lontano. Quando ha sentito il crucifigge, quando l’ha visto percosso a morte nell’atrio di Pilato, il traditore trova un gesto, un grande gesto. Va’ dov’erano ancora radunati i capi del popolo, quelli che l’avevano comperato, quella da cui si era lasciato comperare. Ha in mano la borsa, prende i trenta denari, glieli butta, prendete, è il prezzo del sangue del Giusto. Una rivelazione di fede, aveva misurato la gravità del suo misfatto. Non contavano più questi denari. Aveva fatto tanti calcoli, su questi denari. Il denaro. Trenta denari. Che cosa importa della coscienza, che cosa importa essere cristiani? Che cosa ci importa di Dio? Dio non lo si vede, Dio non ci da’ da mangiare, Dio non ci fa’ divertire, Dio non da’ la ragione della nostra vita. I trenta denari. E non abbiamo la forza di tenerli nelle mani. E se ne vanno. Perché dove la coscienza non è tranquilla anche il denaro diventa un tormento. C’è un gesto, un gesto che denota una grandezza umana. Glieli butta là. Credete voi che quella gente capisca qualche cosa? Li raccoglie e dice: "Poiché hanno del sangue, li mettiamo in disparte. Compereremo un po’ di terra e ne faremo un cimitero per i forestieri che muoiono durante la Pasqua e le altre feste grandi del nostro popolo". Così la scena si cambia, domani sera qui, quando si scoprirà la croce, voi vedrete che ci sono due patiboli, c’è la croce di cristo; c’è un albero, dove il traditore si è impiccato. Povero Giuda. Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui. Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei chiodi e una corda. Provate a confrontare queste due fini. Voi mi direte: "Muore l’uno e muore l’altro". Io però vorrei domandarvi qual è la morte che voi eleggete, sulla croce come il Cristo, nella speranza del Cristo, o impiccati, disperati, senza niente davanti. Perdonatemi se questa sera che avrebbe dovuto essere di intimità, io vi ho portato delle considerazioni così dolorose, ma io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, perché io non giudico, io non condanno; dovrei giudicare me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola amico, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo, io non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l’ultimo momento, ricordando quella parola e l’accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è entrato insieme ai due ladroni. Un corteo che certamente pare che non faccia onore al figliolo di Dio, come qualcheduno lo concepisce, ma che è una grandezza della sua misericordia. E adesso, che prima di riprendere la Messa, ripeterò il gesto di Cristo nell’ ultima cena, lavando i nostri bambini che rappresentano gli Apostoli del Signore in mezzo a noi, baciando quei piedini innocenti, lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro. E lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico. La Pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. Anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di Lui, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il Sacerdote all’ ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli amici."
Don Primo Mazzolari